Con il caldo vengono spesso fuori delle produzioni freschissime che riescono ad allietare anche gli animi resi più “irritabili” dalle temperature di questa estate 2018.
Torniamo a parlare sulle nostre pagine dei Whitey Brownie, trio nu-soul nato nel 2014 da un idea di Alessandro Trani (batteria). Insieme a Micol Touadi (voce) e Alessandro Pollio (tastiere) la band riesce a mescolare vari generi, dal Funk all’HipHop, fondendoli in un unico e morbido sound, elegante e personale, che vede nella dimensione live la sua più degna rappresentazione. In occasione dell’uscita del loro nuovo singolo “Never” li abbiamo incontrati insieme al loro producer Pantu nelle sede di Rest In Press, la loro etichetta, ed abbiamo scoperto che bolle un sacco di roba in pentola per i prossimi mesi.
1. Siete attivi già da un po’, ma per cominciare potreste raccontarci brevemente la vostra storia?
(A. Trani) La prima “bozza” della band risale all’estate del 2014, quando stanchi di suonare jazz tradizionale abbiamo iniziato a mescolarlo con il funk e l’hip hop. Da lì, dopo alcuni cambi di formazione e con l’ingresso di Micol Touadi (voce) e Alessandro Pollio (piano e tastiere), abbiamo trovato la nostra dimensione musicale con “Lighthouse” e “Vento”. Il nuovo singolo “Never”, invece, è il frutto della collaborazione con Rest In Press, la nostra etichetta dal 2017.
2. Avete giustamente citato Never, il vostro nuovo singolo è corredato da un video molto leggero e colorato. Parlatemene un po’.
(Micol) “Never” descrive la sensazione dell’innamoramento. Uno stato universale in cui riesci a vedere il mondo in maniera del tutto positiva, come se indossassi un paio di occhiali con le lenti rosa. In questo stato nulla può cambiare il tuo umore o può toglierti il sorriso dalle labbra: “you never kill my vibes”.
(Pantu) Penso che Micol sia davvero riuscita a riassumere in poche parole il significato del brano. Avevamo bisogno di un singolo per farvi conoscere la band, Never ci è sembrato subito il brano migliore per questa presentazione. Per quanto riguarda il video del brano, ritengo doveroso citare il nome di Marina De Giorgi, riprese e montaggio sono opera sua.
3. Il vostro suono sa di soul, funk, musica mediterranea e jazz. Cosa vi influenza di più tra questi generi?
(A. Trani) Probabilmente l’unione di Tutti i generi citati. Dobbiamo riconoscere al jazz la nostra formazione musicale, tutti e tre lo abbiamo studiato a livello accademico, ma anche in modo sperimentale durante i nostri live. Ora stiamo cercando di puntare la nostra ricerca musicale verso un suono che possa rispecchiare la black music italiana del 2018.
4. Avete sicuramente dei punti di riferimento. Quali quelli a cui guardate più spesso?
(A. Trani) I punti di riferimento sono tantissimi. Dai grandi interpreti del passato fino ad oggi cerchiamo di sfruttare ogni possibile influenza. Personalmente penso che Miles Davis sia stato un vero rivoluzionario.
(Micol) Anche per me sono tantissimi, sicuramente sento di nominare Erykah Badu e Stevie Wonder. Due voci eccezionali.
(A. Pollio) Robert Glasper per quanto riguarda le armonie e certamente il tastierista americano BIGYUKI, che nel suo progetto suona insieme basso synth e tastiere, lo stesso set up che utilizzo con i Whitey Brownie.
5. State collaborando con Rest In Press, un’etichetta indipendente. Cosa significa oggi lavorare per una realtà come questa?
(A. Trani) Sicuramente la collaborazione con Rest in Press ci ha permesso di crescere come musicisti in generale, oltre a garantirci quel sostegno necessario a tenere alto il livello produttivo. Da parte loro non abbiamo mai avuto paletti, anzi ci hanno sempre e solo stimolato a dare il massimo. Siamo infatti molto soddisfatti del lavoro svolto finora.
6. Avete scelto di uscire anche in vinile. Credete ancora in un supporto così datato?
(Pantu) La scelta del vinile è da sempre la prerogativa principale della nostra etichetta, ciò non significa che portiamo su questo supporto tutte le nostre produzioni, ma solo quelle che pensiamo possano meritarlo, come suono e come spessore del progetto. I Whitey Brownie meritano questa scelta.
(A. Pollio) Il vinile rispecchia il nostro modo di ascoltare la musica, è un supporto che porta difficilmente a saltare le tracce e “costringe” l’ascoltatore ad apprezzare il tutto dall’inizio alla fine. Tra l’altro è un supporto che in questi ultimi anni è ritornato sul mercato, tanti artisti che apprezziamo stanno stampando e ristampando su vinile. Questo ci fa pensare che sia la scelta giusta.
7. Nei vostri testi usate sia l’italiano che l’inglese. Pensate che la nostra lingua possa arrivare all’orecchio dell’ascoltatore medio nello stesso modo dell’inglese?
(Micol) La scelta della lingua é nata in modo naturale e se vogliamo casuale. Quando scrivo, in base alla musica cerco di far suonare al meglio le mie parole, in modo che il nostro messaggio arrivi così come é nato: spontaneo, naturale ed il più melodico possibile. Rappresenta una nostra caratteristica da sempre ed alla nostra etichetta va bene così.
8. Sognate una collaborazione con qualche artista in particolare?
(Micol) Penso di fare contenti tutti citando Jorja Smith, un’artista internazionale di cui siamo tutti e tre innamorati.
Del panorama italiano, invece, i primi nomi che mi vengono in mente sono Davide “Shorty”, Mecna e Johnny Marsiglia.
9. Quando l’uscita del primo disco? Volete anticiparci qualcosa?
(Pantu) Mi permetto di rispondere a questa domanda personalmente, anche a nome della stessa Rest In Press. I brani sono già stati registrati, il singolo Never è solo un assaggio di ciò che potrete ascoltare nell’Ep che uscirà prima della fine dell’anno, anche in vinile.
Paco Sponziello
Sorgente: “Never”: arriva il nuovo singolo dei Whitey Brownie • Blamus